L'appello del Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, dopo la scomparsa di un altro medico. In una nota successiva Anelli, partendo dal report Gimbe, ribadisce "Preoccupa la variabilità tra Regioni, ancora troppi i medici non vaccinati”.
Anelli: “Non vogliamo più essere chiamati eroi: pretendiamo fatti concreti per tutelare la nostra salute”.
È fermo il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, nel chiedere a Governo e Regioni di proteggere i medici, nel giorno in cui sforano quota 300 i camici bianchi vittima del Covid. L’ultimo nome sul memoriale del sito – che comprende, oltre ai medici attivi, anche pensionati, alcuni dei quali tornati in servizio per l’emergenza Covid o che comunque svolgevano attività libero-professionale – è quello di Bartolo Tarsia, 69 anni, medico di medicina generale a Reggio Calabria. La notizia della sua morte è arrivata alla FNOMCeO ieri sera, per voce del presidente dell’Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano. Nel tardo pomeriggio era stata comunicata anche la scomparsa di Agostino Consolaro, medico in pensione di Gallarate (Varese), che continuava a visitare gratuitamente i bisognosi.
Prima di loro, la FNOMCeO ricorda Giuseppe Tortorella, pediatra di libera scelta di Grumo Appula (Bari), ora in pensione; di Leonardo Tarallo, medico di medicina generale, di Terrazzo (Verona) e di Federico Marzocchi, medico in pensione, già medico dipendente dell’AUSL di Bologna.
120, quasi la metà, sono scomparsi a partire dal 1° ottobre, travolti dalla seconda ondata.
“300 medici deceduti per il Covid, mentre esercitavano la loro professione: un numero veramente spropositato, una vera e propria strage in questa pandemia, un prezzo altissimo che la professione medica e odontoiatrica ha pagato per garantire la salute di tutti – non si capacita Anelli -. Avevamo pensato che, nella prima fase della pandemia, la loro morte fosse legata alla carenza dei dispositivi, alla mancata applicazione o attuazione dei protocolli di sicurezza; ma la strage è continuata anche nella seconda fase, anche in questi ultimi giorni”.
“E allora credo che sia necessario quanto prima che tutti i medici siano vaccinati: consideriamo il vaccino il miglior dispositivo di sicurezza – esorta il Presidente FNOMCeO – Ogni medico iscritto all’Albo professionale ha il diritto e il dovere di vaccinarsi per proteggere se stesso e i suoi assistiti”.
Eppure, sono, ad oggi, solamente 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275. Ben 397.583 sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio, quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80.
“È inaccettabile vedere persone che non svolgono un’attività così rischiosa essere sottoposte al vaccino e osservare una larga parte della professione medica non ancora vaccinata” constata Anelli.
“Il personale medico non è solo quello del Servizio sanitario nazionale, che pure è duramente colpito: solo tra le denunce all’Inail, il 68,8%, e il 25% dei decessi, è nel comparto sanità. E, per i medici, tali denunce riguardano esclusivamente i dipendenti (di ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili). Ai quali, per avere un quadro della situazione, vanno sommati i medici di medicina generale, che costituiscono oltre la metà dei caduti nella seconda fase della pandemia. Ci sono poi i liberi professionisti, tra i quali gli Odontoiatri, che, per la peculiarità degli interventi che svolgono, sono particolarmente esposti al rischio d’infezione; ci sono i colleghi che operano nelle strutture private accreditate: questi professionisti, in molte Regioni, non sono ancora stati ricompresi nella campagna vaccinale – continua -. Come si fa a escludere una parte così importante della professione dalla possibilità di proteggersi? A tutti i medici va garantita la vaccinazione, senza distinguo inutili e ingiusti”.
“L’invito e l’appello al Governo, agli amministratori regionali, è quello di rispettare i medici – conclude Anelli -. Di avere rispetto per tutti coloro che sono deceduti oggi per salvaguardare i cittadini”.
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NOTA FNOMCeO DEL 27 GENNAIO 2021
Covid, Anelli (Fnomceo) su Report Gimbe: “Preoccupa la variabilità tra Regioni, ancora troppi i medici non vaccinati”
“È inaccettabile che, a un mese dal V-Day, si siano distribuite un quarto delle dosi di vaccino anti Covid senza tener conto delle priorità indicate dal piano del Ministero della Salute: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa e persone di età avanzata. È incomprensibile come, in Lombardia, il personale amministrativo che ha ricevuto il vaccino superi addirittura quello sanitario. Una società che non mette in sicurezza chi deve curarla e assisterla è una società miope e senza futuro”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, commenta i dati del monitoraggio indipendente condotto dalla Fondazione Gimbe. Secondo il report, elaborato a partire dai dati ufficiali del Ministero della Salute, a livello nazionale più del 22% delle dosi sarebbe andato a personale non sanitario. Grande la disomogeneità tra le Regioni, con punte del 34% nella Provincia Autonoma di Bolzano, del 39% in Liguria e, appunto, del 51% in Lombardia.
Ma chi sono stati i beneficiari di queste dosi?
“Per la gran parte – spiega Anelli – si tratta del personale amministrativo degli Ospedali o delle Asl. Persone che, anche in un’ottica di arrivare a strutture Covid-free, è giusto vaccinare. Ma che sono sicuramente meno esposti di medici e infermieri. È invece dagli operatori sanitari che si sarebbe dovuto partire: anche in un’ottica di gestione del rischio, prima di tutti vanno messi in sicurezza coloro che devono aiutare gli altri. E infatti è proprio loro che il Piano vaccinale del Ministero considera una priorità assoluta, dal punto di vista etico e da quello strategico”.
“Inoltre, ci lascia perplessi la differenza tra i comportamenti delle diverse Regioni, che seguono logiche tutte loro nell’individuazione del target da vaccinare, dando origine a un’ennesima disuguaglianza di salute – continua Anelli -. Chiediamo perciò una netta presa di posizione del Ministero della Salute, affinché siano rispettate le indicazioni previste dal Piano strategico”.
Per quanto riguarda la possibilità che alcuni abbiano indebitamente “saltato la fila”, ricevendo per primi il vaccino pur senza essere a rischio, Anelli invita a fare chiarezza: “Laddove ci siano stati degli illeciti, saranno le autorità competenti ad indagare – spiega -. I cosiddetti ‘furbetti del vaccino’ sono, ce lo auguriamo, solo una categoria residuale. E, per non sprecare le dosi già assegnate ma non somministrate, basterebbero delle ‘liste di riserva’, per ridistribuire le dosi già preparate per coloro che, all’ultimo momento, non si presentano”.
“La nostra richiesta è sempre la stessa: vaccinare tutti i medici e gli odontoiatri, e farlo subito - conclude Anelli -. Sarebbe un grande segno di rispetto e civiltà per una Professione che ha pagato un prezzo altissimo, con la perdita di oltre 300 vite umane. Sarebbe un segnale di attenzione per il nostro Servizio Sanitario nazionale, che, quando perde un professionista, perde una parte di se stesso: una cellula di quel tessuto vitale e connettivo che lo tiene insieme. Sarebbe, infine ma non ultimo, un impegno per la sicurezza stessa delle cure, della quale la sicurezza degli operatori è presupposto essenziale”.
E salgono oggi a 303 i medici caduti per il Covid: ultima vittima Antonino Iabichino, 65 anni, dermatologo di Modica.