Appello dei medici russi a Putin perchè cessino le ostilità nei confronti dell'Ucraina. Filippo Anelli: "Facciamo nostro questo appello"
La notizia è rimbalzata in rete, sino a guadagnarsi l’home page del British Medical Journal, per essere poi ripresa dai media internazionali: 15 mila tra medici, infermieri e altri professionisti sanitari russi hanno scritto una lettera aperta a Vladimir Putin, sollecitandolo a cessare le ostilità nei confronti dell’Ucraina. In Italia, la riportano Repubblica Salute e Vita.
Ora l’appello, lanciato in nome dei principi deontologici e del Giuramento, viene raccolto e condiviso dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, la FNOMCeO, per voce del suo Presidente, Filippo Anelli.
“Il coraggioso monito dei colleghi russi non può lasciarci indifferenti – afferma -. Non può non toccarci profondamente in quanto medici: perché fa leva su quei principi di tutela della vita, della salute psico-fisica, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, che sono il fondamento anche del nostro Codice, del nostro Giuramento. Principi universali, che riecheggiano quasi con le stesse parole nei diversi Codici di Deontologia medica”.
“Il grido di dolore dei sanitari non può trovarci sordi come Ordini, chiamati dalla legge a garantire quei diritti umani che oggi sono violati – continua -. Non può non scuoterci come cittadini, perché la tutela di quegli stessi diritti, che ci spettano in quanto persone, è riconosciuta dalla nostra Costituzione. Non può non risuonare nei nostri animi in quanto esseri umani, che parlano lingue diverse, ma urlano e piangono con l’unico e uguale linguaggio del dolore e della sofferenza”.
“Noi medici, dicono i colleghi russi, abbiamo giurato di aiutare ogni persona umana, non importa la nazionalità, la religione, il credo politico – aggiunge ancora -. Senza discriminazione alcuna: è questo l’impegno a curare di tutti i medici del mondo, che ci unisce nella tutela della pace e dei diritti. Un dovere che non conosce deroghe, che il medico è chiamato a rispettare quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. Anche quando la pace e i diritti sono messi in discussione, e con più forza se ad essere a rischio è la stessa possibilità di tutelarli facendo sentire liberamente e chiaramente la propria voce”.
“Raccogliamo dunque l’appello, e chiediamo anche noi il cessate il fuoco – conclude Anelli -. Esigiamo che, sino alla fine del conflitto, siano risparmiati gli ospedali, i luoghi e gli strumenti della cura; di quella cura che abbiamo il diritto e il dovere di portare in maniera uguale, senza distinguo. Ci rattristano profondamente le notizie che arrivano dall’Ucraina, notizie di ospedali militari, ma anche civili, sotto attacco, colpiti dai bombardamenti e assediati dalle truppe. Tra gli ultimi, a quanto si apprende, un ospedale di maternità nei pressi di Kiev. Adoperiamoci perché siano attivati e garantiti corridoi umanitari per la messa in salvo dei più fragili, dei malati, dei minori con le loro madri”.
“Sosteniamo, infine, l’azione del nostro Governo, – conclude Anelli – e sollecitiamo i nostri rappresentanti perché perseguano le sorti della pace, in applicazione dei principi che ispirano la nostra Costituzione. Confidiamo nella Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che è anche lei medico, per un forte ruolo diplomatico e geopolitico dell’Europa nella composizione del conflitto. Nei nostri rappresentanti, nazionali ed europei, riponiamo dunque le nostre speranze per un futuro di pace, presupposto indispensabile per ogni diritto, in primis quello alla tutela della salute”.
Dal sito della FNOMCeO